28 giugno 2014

Librai tristi e Lettrici malinconiche


Ho letto un post molto carino intitolato "Cose che i librai tristi amano dell'estate" che mi ha fornito l'ispirazione per scrivere un mio elenco che potrei chiamare "Cosa piace dell'estate alla lettrice malinconica".

Ovviamente il mio primo pensiero associato all'estate sarebbe quello delle vacanze, ma in questo caso il mio intento è di menzionare piccole cose relative alla quotidianità, come ad esempio:


- indossare i sandali, e più in generale non doversi avviluppare in sciarpe, cappotti, guanti e cappelli...
- stare sul balcone dopo cena e osservare il passaggio di rondini, gabbiani e libellule (sì, a Torino!)
- camminare in casa a piedi nudi
- il cielo carico di temporali in lontananza
- fumare una sigaretta sul balcone osservando il crepuscolo
- il crepuscolo, che arriva a sera inoltrata
- andare in piazza Vittorio e pensare che sembra di essere in vacanza
- i locali con i tavolini all'aperto
- i mezzi pubblici non affollati (solo ad agosto, però)

Cosa c'entra tuto ciò con la lettura? Niente, perchè leggere non ha stagioni e mi piace sempre... però dovevo trovare un aggancio con il LibraioTriste.


___________________________
Leggi anche:
L'ozio come stile di vita
Pensieri sparsi
Il Ragazzo Sbagliato
(link-fai-da-te  by Mira Queen)




18 giugno 2014

Il Principe di Mirafiori


 Dopo aver pubblicato un post ho chiesto ad alcuni amici di identificare chi fossero i personaggi di cui parlavo. C'è chi ne ha indovinato almeno uno, chi non ha riconosciuto nemmeno se stesso e chi ha pensato che si parlasse del Principe di Mirafiori, ciò mi ha dato lo spunto per raccontare di lui e di come sia iniziata la nostra relazione.
Come tutte le coppie romantiche abbiamo fotografato nella mente l'istante del nostro primo incontro, solo che si tratta di due foto scattate in momenti differenti. Sicuramente entrambi concordiamo sul fatto che ci siamo conosciuti tramite un amico comune, ma mentre il primo ricordo che ho di lui è una sera ad un concerto di non so chi e non so quando al Palasport di Torino, il suo primo ricordo di me è più circostanziato e plausibile: una serata alla birreria Bells and Flowers in cui lui rimase molto colpito da me, per la precisione la frase esatta per definirmi fu “ma questa quanto beve?”. Forse a causa di tutta la birra ingurgitata non ricordo bene quell'episodio, ma che dire della serata del presunto concerto?
Fatto sta che sebbene avessimo amici comuni e ogni tanto ci vedessimo in compagnia, ci ignorammo per diversi anni sino a quando scoprimmo di essere tifosi della stessa squadra e questo ci fece diventare amici. Seguì poi un periodo in cui tutte le settimane si andava a ballare (bei tempi) e quando passava la canzone di Lenny Kravitz Are You Gonna Go My Way ci chiedevamo reciprocamente: “ma tu ce l'hai questo disco?” e siccome nessuno dei due l'aveva finimmo per comprarlo entrambi. Fu l'evidente segno di avere qualcosa in comune, ma dovette passare ancora del tempo; galeotta fu una serata noiosa in discoteca finita anzitempo in cui lui pronunciò la fatidica frase: “vieni a bere qualcosa da me?”. E la sciagurata rispose... anzi, e per lo sciagurato, lei rispose.
Quando ci chiedono come mi abbia conquistata io rispondo che è perche lui “non mi cagava” (elegante espressione dello slang di periferia torinese per significare che mi ignorava/faceva il prezioso e l'indifferente), mentre lui dice “l'ho fatta bere” e aggiunge che da allora non mi sono più tolta dalle palle. Ma sapeva bene che  se avesse voluto tenermi alla larga avrebbe dovuto invitarmi a lavorare, oppure a correre in salita, non a bere!
E così adesso siete al corrente di come, con i nostri tempi, abbiamo formato una bella coppia regale e sebbene lui provenisse da un altro quartiere ha acquisito il titolo di Principe Consorte di Mirafiori così come si dice nelle famiglie reali più blasonate della mia. Il termine “consorte” non va però preso alla lettera e quindi non fate come molti nostri amici e conoscenti – che evidentemente non amano farsi i fatti loro – i quali non perdono occasione per chiederci quando ci sposeremo. A costoro potrei dire di leggere alcune riflessioni generali sul matrimonio (anche qui) ma la vera risposta è che è prematuro, abbiamo impiegato anni a capire di piacerci e adesso dopo soli 15 anni di convivenza dobbiamo metterci fretta?

prince consort









___________________________
Leggi anche:
Chiama l'idraulico

Tradimenti e social network
Avanzi di panettone

(link-fai-da-te  by Mira Queen)

14 giugno 2014

Figli della New Wave

Nel finale del film This Is England, ambientato nell'Inghilterra degli anni '80, c'è una versione di Please, Please, Please Let Me Get What I Want eseguita dai Clayhill  così struggente che mi sono ritrovata a cantare ad alta voce da sola davanti alla tv.
Non si discute che un certo tipo di musica mi abbia segnata, vuoi perchè l'epoca della new wave coincise con la mia gioventù e sia perchè i temi trattati erano molto vicini al mio modo di “sentire”. Si cresce, forse si matura, ma quel tipo di sensibilità rimane ed essere malinconici per me significa un modo diverso di essere e di vedere le cose. Non mi piacciono e non mi fido delle persone che non ridono mai - una risata mette a nudo l'anima e può scuotere il mondo – ma la malinconia è l'altra faccia della medaglia, un sentimento necessario che porta all'osservazione interiore.
Morrissey, Robert Smith e Martin Gore: un bel trio che definirei i 'Paladini della Mia Malinconia' - persone con cui volentieri scambierei riflessioni sul senso della vita - con la loro musica e poesia hanno spesso toccato il mio animo e sono stati sicuramente i paladini anche di una generazione di musicisti più giovani quali Placebo, Radiohead, Editors, giusto per citarne alcuni. Quando ascolto questi gruppi non posso fare a meno di pensarci e scoprire  i segni che artisti così influenti hanno lasciato.

Frasi estratte qua e là
 
Sometimes I question everything/and I'm the first to admit/if you catch me in a mood like this/ I can be tiring/even embarassing (Sometimes - Depeche Mode)


Every day I pray /I'm the first to go. /Without you I would be lost. /I promised myself /I wouldn't talk about death./I know I'm getting boring. /I'm a man holding the weight of your love,/But without it my strength just isn't enough. 
(The Weight - Editors)


But the world is neither just nor unjust/It's just us trying to feel that there's some sense in it 
(Where The Birds Always Sing - The Cure)
 

And every time you vent your spleen/I seem to lose the power of speech/You're slippin' slowly from my reach/You grow me like an evergreen/You never see the lonely me at all 
(Without You I'm Nothing - Placebo)


And when I'm lying in my bed/I think about life/and I think about death/and neither one particularly appeals to me
 (Nowhere Fast - The Smiths)

I don't want to start/any blasphemous rumors/but i think that God/has got a sick sense of humor/and when I die/I expect to find him laughing 
 (Blasphemous Rumors - Depeche Mode)  


After years of waiting/After years of waiting nothing came/And you realize you're looking,/Looking in the wrong place 
(Packt Like Sardines in a Crushed Tin Box - Radiohead)

It's always the same/I'm running towards nothing/again and again and again (A Forest - The Cure)  

I'm a weirdo/what the hell I'm doing here/I don't belong here 
(Creep - Radiohead)

I know that I'm/the most inept that ever stepped 
(These Things take Time - The Smiths)
 
Quante volte mi sono sentita così, soprattuto come nelle ultime due strofe, ma non significa esser sempre depressi bensì avere la percezione di essere diversi, sapere di non fare parte della massa. Preferisco quello stato d'animo all'identificarmi con we are living in a material world/ and I'm a material girl di Madonna.






___________________________
Leggi anche:

Macerie (Joy Division)
Notturno Musicale 
Una banda di idioti
 
(link-fai-da-te  by Mira Queen)




1 giugno 2014

Disintegration


Negli ultimi tempi ho letto diversi articoli che mi hanno ricordato - sebbene non sia solita tenere il conto di simili celebrazioni – la ricorrenza dei 25 anni dalla pubblicazione di Disintegration, un album fondamentale nella carriera dei Cure nonché uno dei miei preferiti,  superato solo da Seventeen Seconds più che altro per ragioni affettive.
Robert Smith voleva comporre un album capolavoro, una sorta di sua sinfonia prima di compiere i 30 anni di età ed era così risoluto che se il gruppo non ne avesse condiviso gli intenti lo avrebbe realizzato da solo. Alla luce dei fatti un capolavoro lo è e sono anche contenta che non abbia significato la disintegrazione del gruppo ma sia stato invece un album “orchestrale” dei Cure e indipendentemente dal successo di vendite e dai giudizi della critica passati, presenti e futuri questo è un album che ai fans piace... ed è ciò che conta.