25 giugno 2015

Alieni sul Musinè

Alieni sul Musinè: Una Storia d'Amore e Fantascienza 


Il 24 giugno, San Giovanni, è giorno festivo a Torino e la tradizione pagana che celebrava la notte più corta dell’anno con l’accensione di falò propiziatori si è tramutata in moderni festeggiamenti con fuochi d’artificio. Questa che vi racconto è la storia di una comitiva che passò quella notte di festa sotto le stelle. La bizzarra avventura ebbe luogo nei tempi remoti in cui non esistevano smartphone, facebook e voli low cost e i giovani si divertivano con il poco che avevano a disposizione; un rituale collettivo era quello di organizzare una gita per dare aria alle tende da campeggio come collaudo prima delle vacanze estive.

Il racconto

Per trascorrere la notte di mezz’estate i nostri protagonisti cercarono un posto che fosse abbastanza vicino alla città ma sufficientemente isolato e poco abitato, in modo da organizzare una festa senza doversi preoccupare del volume degli schiamazzi. Cosa poteva esserci di meglio della bassa Valle di Susa? All’epoca non era nemmeno stata terminata l’autostrada, meno che mai si pensava al treno ad alta velocità e la vallata non era certo presidiata da forze dell’ordine in assetto antisommossa: oggi una cosa del genere non si potrebbe più fare.

L'accampamento viene piazzato in una radura erbosa, vicino ai ruderi di un antico castello da cui si gode di un'ampia vista sulla valle teatro di tanta storia e leggenda, dalla via francigena agli elefanti di Annibale ma è soprattutto il Musinè, la montagna magica con la croce sulla vetta e le tracce degli UFO sulle pendici, ad imporre la propria presenza di fronte all'improvvisato campeggio. L'ambiente circostante ispira così gli immancabili racconti che spaziano dai fantasmi del castello, alla notte delle streghe passando per gli extraterrestri sul monte, suggestionando la fantasia del gruppo; i brividi, lo stupore e l'incredulità diventano il condimento speciale agli ingredienti classici per una notte fuori casa come questa: birra a fiumi, qualche canna, musica, chitarre e canti intorno al falò, corteggiamenti. Il tempo trascorreva lietamente e ognuno cercava di celebrare al meglio la notte magica, la festa si era notevolmente animata con il costante arrivo di nuovi amici e, come sempre in questi casi, si erano formati gruppetti di persone più affiatate tra loro.
Mirko era uno dei più piccoli, suonava la chitarra e si sarebbe detto bello e dannato come Kurt Cobain, se solo quest'ultimo fosse stato già famoso; la timida Gisella era molto affascinata dalla sua aria da ragazzo perduto. Lei era un po' l'esoterica del gruppo, aveva letto i libri di Giuditta Dembech e conosceva molte storie misteriose e aneddoti su streghe e leggende dei luoghi che raccontava tremando impaurita dalle sue stesse parole. Giulio era arrivato arrancando con la Vespa su per i tornanti e ora anche lui raccontava storie paurose di alieni sul Musinè sperando che Sofia, spaventata, sarebbe andata a cercare protezione e conforto tra le sue braccia, ma lei invece era scettica e superficiale, come la sua amica Betta la pazza, e continuava a ridere e flirtare con tutti. Alberto era relegato nell’eterno ruolo di quello simpatico alle ragazze (simpatico e basta), la spalla perfetta di Samuele il quale invece, pur non essendo particolarmente bello, aveva quel certo fascino che piaceva a tutte. Samuele aveva sempre approfittato del suo ascendente sulle ragazze e finiva per spezzare loro il cuore, ma da qualche tempo aveva occhi solo per Ramona così diversa dalle altre del gruppo che gli giravano intorno: era svagata da sembrare indifferente ma quando i loro sguardi si incontravano il mondo smetteva per un istante di girare. La loro storia era iniziata da poco, forse non sarebbe stato l'amore di tutta la vita, ma era senz'altro il grande amore di quell’età di passaggio che stavano vivendo e quella notte sotto le stelle sarebbe stata speciale.

Dopo diverse ore trascorse a ballare intorno al fuoco, bere e fumare, il baccanale va esaurendosi, le danze sfrenate si dissolvono tramutandosi in canzoni e chiacchiere sottovoce, mentre le storie raccontate con le tenebre sembrano ancora più misteriose e spaventose. Qualcuno già dorme, altri sono crollati ubriachi, Samuele e Ramona mano nella mano si allontanano dall'accampamento e dagli sguardi degli amici ancora svegli, andando alla ricerca di un posto appartato per un po' di intimità.

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Le leggende popolari hanno spesso un fondamento di verità: mentre i giovani cittadini sono intenti a celebrare il loro rituale estivo, sul Musinè - di fronte a loro sull’altro versante della valle - un’astronave extraterrestre atterra senza essere scorta da nessuno. Gli alieni erano già stati altre volte in perlustrazione servendosi del monte come base e dopo vari sopralluoghi è giunta la notte in cui devono agire. La missione è semplice: annientare l’umanità e prendere possesso del verde pianeta, liberandolo così dall’asservimento a quelle creature che dimostrano di non meritare il mondo in cui vivono devastando, deturpando e inquinando. Sarà uno scherzo per una civiltà evoluta come la loro eliminare quegli esseri inferiori così sbagliati e ripristinare l’equilibrio cosmico.

Prima di passare all’azione gli alieni sono però attratti dalle luci dei falò sull’altro lato della valle solitamente buio e disabitato e si fermano ad osservare da lontano per capire se ciò che sta accadendo possa rappresentare un intoppo alla loro missione. Fino a quella notte avevano seguito i movimenti di masse informi di umani nelle città o lungo le strade trafficate, ma quello che ora avevano dinnanzi era qualcosa di diverso che valeva la pena approfondire un po': il comportamento di quei giovani aveva qualcosa di ancestrale e un po’ animalesco che li incuriosiva, in particolare quello dei due che si erano allontanati nel buio.

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Seduti sul prato con l'ultima bottiglia di birra, guardando l'orizzonte tra un bacio e l'altro, come se vedessero ogni cosa con occhi nuovi, i loro sguardi colgono le luci dell'astronave in lontananza senza capire di cosa si tratti. Annebbiati dall'alcool e dalla felicità di quel momento i due ridono, pensando di essersi fatti suggestionare da tutte le sciocchezze sul monte magico sentite quella sera.
   -   “Vedi quelle luci laggiù? Sono gli UFO”

 -  Mi sa che abbiamo bevuto troppo, sono i fuochi d’artificio di san Giovanni”


Ma l’unica luce che davvero li interessa è quella che brilla nei loro occhi mentre si sdraiano sull'erba fresca. Stavano vivendo nella condizione ottimale di essere giovani e innamorati, di sentirsi leggeri e liberi da tutto, unici al mondo, pervasi di un'energia che avrebbe fatto impallidire il big bang; sarebbe potuta accadere qualunque cosa intorno a loro e non se ne sarebbero accorti, intenti come erano ad esplorarsi e ad assaporare quel momento di passione, persi in un abbraccio che li portava al di sopra di tutto.

Altro che Musinè magico! La vera magia era quella dei loro corpi uniti in una notte d’estate, una sinfonia che faceva vibrare l’intero universo.

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Gli alieni osservano increduli e stupefatti. Nel corso delle loro spedizioni terrestri non avevano mai assistito a una cosa del genere, mai registrato tali vibrazioni positive; forse i terrestri meritano ancora una possibilità di salvezza se sono in grado di amarsi e sprigionare tale energia. Il verdetto è sospeso, la missione annullata, l'umanità ignara per il momento graziata.

L’astronave riparte silenziosa come era arrivata, lasciando a terra soltanto una traccia di erba bruciata che fornirà nuovo argomento di discussione l'indomani tra ufologi e scettici – comunque nulla in confronto a quella fumata dall'allegra combriccola – accende le luci solo quando è già molto alta in cielo.

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Forse quei luoghi hanno davvero qualcosa di stregato e nel corso di quella notte così particolare si sono verificati dei fatti che hanno quasi del sovrannaturale: la Vespa di Giulio ha smesso di ingolfarsi e lui ora sta scorazzando per la radura ridendo come un bambino; Gisella ha vinto la paura e si è avvicinata a Mirko che non era così ‘selvatico’ come sembrava; Alberto ha capito che poco importa se non fa colpo sulle ragazze perché in compenso piace molto ai ragazzi e questa scoperta lo rende finalmente felice.

Ignari di tutto ciò che stava succedendo intorno, Ramona e Samuele senza farsi promesse troppo grandi per la loro età si sono amati come se fossero stati i primi e gli ultimi a farlo, con passione ed entusiasmo. ma anche con un senso di urgenza come se non ci dovesse essere un domani e il mondo avesse dovuto finire quella notte. [e in effetti anche se loro non lo sapevano, il rischio c’era stato davvero]

Ora, nudi e felici, distesi sul prato i due giovani amanti rivolgono lo sguardo alla volta stellata e vedono la scia luminosa della navicella che si sta allontanando.
   -   “Guarda, una stella cadente! Esprimi un desiderio”.




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Una notte magica al Kobetamendi
Wish you were here e l'Olandese solitario
Sensazioni forti
(link-fai-da-te by Mira Queen)

6 commenti:

  1. Un racconto affascinante dall'inizio alla fine! E ancora una volta la fortuna assiste il genere umano...

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    1. Grazie, grazie. Più che la fortuna la buona vena della "scrittrice" ha assistito l'umanità. :D

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  2. Bello!

    Ma... e se tornassero oggi? Ce la caveremmo ancora?

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    1. Se tornassero oggi verrebbero scambiati per dei manifestanti NoTav e arrestati... l'umanità ha sempre un Fattore C molto alto.

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  3. Minkiacheppezzo... grande Miraqueen.

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