18 giugno 2015

Blocchi di cemento

Sto trascorrendo un periodo di momentanea residenza a Mirafiori e nonostante i numerosi anni che vi ho trascorso non ci sono più abituata. La quotidianità in periferia non è come la toccata e fuga della visita domenicale e mi sembra di fare come Manzoni che andò a sciacquare i panni in Arno, solo che io sono qua ad attingere alla fonte della rabbia nei confronti dei quartieri dormitorio e di chi li ha concepiti.
A Torino ci sono diversi quartieri popolari ma quelli per così dire “storici” hanno una loro personalità e sono parte integrante del tessuto cittadino; successivamente negli anni del boom, quando La Grande Fabbrica richiamava mano d’opera da tutta Italia, sono sorte ai margini estremi della città le nuove periferie, tutte anonime allo stesso modo,  che hanno fornito un alloggio economico ai numerosi operai, tralasciando tutti gli altri servizi: negozi, cinema, biblioteche, servizi sanitari, mezzi di trasporto efficienti e così via… sì c’è tanto verde, ma  proprio solo quello.

Ai giorni nostri, mentre le periferie languono altri quartieri cambiano faccia, i vecchi magazzini e stabilimenti vengono abbattuti per costruire nuove case in una città che comunque si spopola; purtroppo l’esperienza degli anni ’70 non ha insegnato nulla visto che in queste nuove zone residenziali (come ad esempio - per chi è pratico di Torino – i dintorni di via Cigna o la cosiddetta Spina3) sono stati edificati palazzoni di dubbio gusto addossati gli uni agli altri, anche se non si tratta di case popolari… il che è persino più grave.
la Spina3 con edifici ancora in costruzione

Da un lato quindi si prosegue seguendo la tradizione dei quartieri dormitorio - seppur un po’ meno decentrati – dall’altro invece prende piede una nuova tendenza urbanistica torinese: la costruzione dei grattacieli.
Nel nostro provincialismo abbiamo sempre definito a quel modo ciò che grattacielo non era, tanto per fare alcuni esempi: la Torre Littoria 87 metri, il palazzo RAI 72 m, la Torre Solferino 50 m (e se vi interessa l'argomento QUI trovate l'elenco degli altri). Seppur non eccessivamente alti saltano all'occhio in modo considerevole e si tratta comunque di  edifici che stridono notevolmente con lo stile del centro cittadino: per parafrasare mia nonna direi che si integrano nel contesto come "e cazz te patèr". [ndt espressione romagnola che letteralmente significa "il cazzo nel rosario (delle preghiere)" e che si usa per definire qualcosa di palesemente fuori luogo]
Adesso ci stiamo modernizzando, anche la nostra città deve avere uno skyline all’altezza (è proprio il caso di dirlo), in questi ultimi anni è stata avviata la costruzione di due grattacieli e tutto ciò mi sembra paragonabile a quell’atteggiamento maschile del fare a gara “a chi ce l’ha più grande”.
Un grattacielo è in centro, l’altro quasi in periferia, sede centrale di un istituto bancario l’uno, pubblica amministrazione l’altro; il primo è già stato inaugurato mentre il secondo è in fase di ultimazione. Entrambi gli edifici sono stati progettati da architetti famosi (immagino strapagati) che non si sono certo spremuti per trovare una soluzione esteticamente di rilievo visto che si tratta di due massicci parallelepipedi. Era necessario scomodare talenti come Piano e Fuksas per partorire delle idee così geniali?  Mah, che ne so io di architettura...

Grat 1 ultimato. Palazzo RAI sullo sfondo


Grat 2 in costruzione, più o meno allo stato attuale


Il nuovo grattacielo costruito in centro è di pochi centimetri più basso della Mole Antonelliana, simbolo cittadino, l’altro è diventato l’edificio sfacciatamente più alto (205 metri circa) suscitando non poche polemiche… in ogni caso, ovunque ci si trovi si vede almeno uno di questi blocchi di cemento stagliarsi all’orizzonte. 
Riagganciandomi al discorso in apertura, dalle finestre di casa a Mirafiori vedo ergersi il grattacielo in costruzione e c’è mancato poco che mi oscurasse la vista della collina di Superga.

Grat 1 e Mole Antonelliana. QUI l'articolo di giornale.




Grat 2 non ancora giunto alla massima altezza




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4 commenti:

  1. anche a Milano, un po' con la scusa dell'Expo, un po' che quando c'è un fazzoletto di verdi Ligresti e soci vanno in panico. c'è stata la consueta colata di cemento in larghezza e altezza. Belli, d'accordo. Ma erano davvero utili? Boh.

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  2. Anonimo19/6/15

    Io non demonizzo queste costruzioni che sono comunque all'interno del perimetro urbano. Personalmente alla skyline cittadina danno molto più fastidio le ciminiere della centrale energetica di Mirafiori: per me orrende, dato che ormai il quartiere è inglobato. Poi, sarà che io vivo ancora a Mirafiori, ma zone dormitorio - tipo una volta - non ne vedo più. Piuttosto, attenzione a non ricrearle.

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  3. Magari fossero, che ne so, case popolari si potrebbe anche accettare che esteticamente sono pugni sugli occhi. Nello skyline la Mole neanche si nota...

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