6 febbraio 2017

Rubrica: Ho fatto la pipì - 14^ puntata



RISTORANTE CAMPIDOGLIO via Rocciamelone. Bello e funzionale il moderno lavandino di vetro; gradevole la combinazione dei colori: verde, bianco e grigio chiaro; peccato che lo spazio a disposizione non sia stato sfruttato nel modo ottimale.

RISTORANTE ZAMY via Carlo Alberto. Angusto bagno nel seminterrato, eppure lo spazio per fare qualcosa di meglio ci sarebbe.

BAR PROSIT piazza IV Marzo. Appena entrata nel bar ho assistito al surreale litigio tra un cliente - turista italiano che inveiva per la mancanza di servizi igienici - e il barista che rispondeva, anche lui urlando, che il bagno c’era eccome e bastava fare la coda!
Giunto il mio turno credo di aver capito il motivo del contendere: evidentemente il forestiero non era al corrente che molti vecchi bar del centro hanno il bagno nel cortile, e posso capire la sua frustrazione nel sentirsi dire che per andarci si deve uscire dal locale stesso. Comunque pur sapendo cosa avrei potuto trovare, quel bagno era persino peggiore delle mie aspettative: un cesso alla turca ricavato in un basso sgabuzzino nel sottoscala dell’androne condominiale. E soprattutto, se il pesante portone fosse stato chiuso, avrei dovuto citofonare ai vicini di casa per farmi aprire?

PIZZERIA DA GINO via Monginevro. Un locale storico con classicissimo ma decoroso bagno nel cortile: a differenza del bar precedente, l’accesso al cortile è dalla sala della pizzeria stessa e non c’è rischio di perdersi.

ALMA LATINA a San Salvario. Un altro bagno della serie inrosso. Pareti, porte, mobili, soffitto, tutto è verniciato di quel colore. Perché?!?

DISCOTECA ROCK MOVEMENT, o se preferite Cinema Teatro Lutrario in via Stradella. Discoteca che prima d’ora non avevo mai frequentato e che ha cambiato vari generi musicali, gestori e presumo arredamenti. Tutto l’ambiente del bagno è abbastanza impersonale, stile autogrill o aeroporto, ma ha il pregio di avere le porte che si chiudono (e non è cosa da poco!) e un’intera parete a specchio sino al soffitto. Da narcisista.

POLSKI KOT via Massena. Circolo dall’ambiente familiare e bagno quasi altrettanto “casalingo”: sembra un po’ un ripostiglio di oggetti vari; qualche mobile cerca di fare bella figura, le piastrelle ricordano gli anni 70 e l’asciugamani di spugna non è troppo invitante.

HIROSHIMA MON AMOUR via Bossoli. Un locale molto famoso, che ha sede in un edificio che tanti anni fa era una scuola. Anche se adesso hanno dipinto i muri con colori fluo, non ingannano nessuno: sono sempre i cessi di una scuola!

E se leggete questa Rubrica per la  prima volta, qua trovate tutte le puntate arretrate.

9 commenti:

  1. In effetti i bagni dei locali pubblici sono dei piccoli microcosmi.
    Io adoravo le scritte nei bagni delle stazioni di servizio o dei treni, si trovavano delle robe allucinanti e soprattutto una pulizia che ti raccomando. :-P
    Ottima rubrica!

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    1. Si, la cessologia è una scienza di nicchia che ancora non ha ricevuto il giusto riconoscimento, ma non dispero. Le scritte sui muri, al di là della cattiva educazione e del deturpare gli edifici, sono una specie di universo parallelo nel quale ci si può perdere e morire dal ridere. Se hai pazienza di cercare anche qua sul mio blog ne trovi.

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  2. Ma il cesso con lo specchio fino al soffitto... non riflette tutto? XD

    Moz-

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  3. E' ora di raccogliere tutte le puntate in un e-book... e parlo seriamente

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    1. No, il mio è un servizio di pubblica utilità. :°)

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  4. Non capirò mai la costruzione di un bagno nei sottoscala... mi fa chiedere perché se ne vergognano! (e in effetti qualcuno fa bene a vergognarsene!)

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  5. I bagni di tipo scolastico li puoi riverniciare come ti pare, ma tanto... faranno sempre effetto "collegio anni '60" XD
    Quelli rossi sono tipici da discoteche cafone. Forse pensano che siano sexy.

    Moz-

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