Come ormai ben sapete la mia famiglia è originaria della
Romagna, terra in cui i paesi portano nomi di santi e gli abitanti si sforzano
di trovare nomi originali al limite dell’incredibile (qualche esempio di persone che ho
conosciuto: Zelfa, Zaira, Moris, Airon, Nives, Hermes...). Anche se a ragion veduta
quelli strani sono i romagnoli, a me colpisce invece l’usanza di apporre nomi ricorrenti che vengono passati di generazione in generazione; mi
sembra un’abitudine dai risvolti poco pratici, almeno a giudicare dai casi che
vado a elencare.
Non so fare niente ma lo faccio con stile. Sono una sognatrice, artista dell'ozio creativo, rompiscatole per vocazione.
26 marzo 2019
20 gennaio 2019
Blue Monday, Happy Tuesday
Ormai abbiamo acquisito quasi tutte le usanze che arrivano dal mondo anglosassone, soprattutto quelle dal risvolto commerciale: halloween, il black friday, il
cyber monday, le partite del campionato nel boxing day, il these dicks day... e
così via.
Da qualche tempo si menziona a gennaio il blue monday che
sarebbe il giorno più triste dell'anno determinato secondo un'equazione
matematica (qui se vi interessa). Mah, io devo dire che non
lo trovo così triste; intanto ci siamo tolti di mezzo il natale, poi a
gennaio fa freddo, è vero, ma le giornate si allungano e si inizia a vedere la
luce in fondo al tunnel dell'inverno. Soprattutto a gennaio c'è il mio
compleanno e anche se gli anni passano basta non contarli, una torta e il
brindisi fanno il resto!
In ogni caso per me Blue Monday è sempre un brano
dei New Order.
Leggi anche:
(link-fai-da-te by Mira Queen)
2 gennaio 2019
I libri del 2018 e le biblioteche di sempre
I libri (cartacei o elettronici) li compro o li
scambio con gli amici, ma nella mia adolescenza le biblioteche hanno svolto un
ruolo fondamentale e sento di avere un legame affettivo molto intenso con quei
luoghi sebbene non li frequenti quasi più.
Ho iniziato ad andare in biblioteca quando facevo la terza
media: a Mirafiori non ce n'erano e quindi con le mie amiche prendevamo
l'autobus (Sì, da sole! Ai tempi nessuno lo considerava abbandono di minore) e
andavamo in un altro quartiere dove c'era una biblioteca comunale installata in
una antica dimora signorile circondata da un parco. Era già un piacere trovarsi
lì, ma il vero motivo di interesse e attrazione per noi era la “Sala Fumetti”
in cui passavamo pomeriggi a leggere le storie di Linus e Charlie Brown. Altro
motivo di gradimento era che potevamo gironzolare tra gli scaffali e sfogliare
liberamente i libri senza essere “braccate” dai bibliotecari. Questa libertà di
poter curiosare ci fece pian piano allargare i nostri orizzonti dai fumetti ai
libri e, negli anni seguenti, continuando ad andare in biblioteca con la scusa
di cercare volumi per la scuola tanti libri interessanti trovarono me.
Spero che anche i ragazzini di oggi possano rinunciare ogni tanto alla
comodità di avere tutto in casa e passare qualche giornata con gli amici a
scoprire il fascino di una biblioteca.
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