Febbre a 90' è un romanzo di Nick Hornby che
dovrebbero leggere tutti i tifosi di una squadra di calcio e anche i loro
familiari, i quali potrebbero così avvicinarsi e comprendere
quell'universo misterioso in cui sembrano gravitare i loro cari.
In questo libro, uscito nel 1992, l'autore descrive il
proprio rapporto un po' romantico con la squadra del cuore ed un campionato di
calcio non ancora ridotto a prodotto commerciale di consumo, come è ormai ai
giorni nostri.
“Non vidi una partita di Campionato in diretta tv fino al 1983, e così nessuno della mia generazione. Quando ero bambino non trasmettevano molto calcio in televisione [...] Alla fine i club capirono che c'erano da fare i soldi, che le televisioni erano ben contente di darglieli, e da quel momento il comportamento della Football League assomigliò sempre di più a quello della mitica collegiale. La Lega si lasciò fare qualsiasi cosa da chiunque: cambiare l'ora del calcio d'inizio, o il giorno della partita, o le squadre, o le magliette, non importa. Nel frattempo i tifosi, i clienti a pagamento, vengono considerati degli idioti remissivi e creduloni. La data scritta sul tuo biglietto non ha alcun significato: se la ITV o la BBC vogliono spostare l'incontro a un'ora che fa più comodo a loro, lo fanno. [...] Alla fine, indipendentemente dal numero di microfoni che metteranno tra il pubblico, non riusciranno a creare alcun tipo di atmosfera, perchè non ci sarà più nessuno: saremo tuti a casa davanti alla tv. E quando succederà spero che gli allenatori e i presidenti ci risparmino il discorsetto ampolloso ed amaro in cui si lamentano della nostra incostanza.”
Purtroppo tutto ciò è accaduto, è finito il momento del rito
collettivo della contemporanea domenicale e della diretta radio. Le partite si
giocano tutti i giorni a tutte le ore solo per vendere diritti e abbonamenti
televisivi, gli stadi si svuotano e alla fine anche le squadre scendono in
campo meno motivate, soprattutto a fine campionato, conoscendo già il risultato
delle avversarie.
Mentre intorno al calcio ruotano i milioni, le società si quotano in borsa e si paga per
vedere la tv, ci si dimentica di quanto sia impagabile l'atmosfera
dell'assistere alla partita allo stadio: cantare, soffrire e gioire in
condivisione con migliaia di persone. E anche se non si sta comodi come sul
divano e si vede meno bene rispetto ad uno schermo, allo stadio ci si va per
partecipare e provare l'emozione dello spettacolo dal vivo, non per osservare
un'esibizione. E' come andare ai concerti, anche se a pensarci bene ai concerti
è persino meglio, visto che tutti – per così dire – fanno il tifo per la stessa
squadra e nessuno ne esce sconfitto.
Insomma, anche io sono una romantica del calcio e anche un
po' nostalgica del campionato giocato alla domenica pomeriggio: tutte le
squadre alla stessa ora e poi basta. Mi perdo tra anticipi, posticipi, pre
anticipi e turni infrasettimanali; non capisco che senso abbia giocare in pieno
inverno, di sera a Udine, oppure un mezzogiorno di settembre a Palermo; non
sopporto non poter andare in pizzeria tranquillamente senza dover subire una
partita all'ora di cena.
E' per questo motivo, come una sorta di protesta o di
resistenza, che ho deciso per questa stagione di stilare una classifica
parallela che tenga conto solo delle gare disputate la domenica pomeriggio; tra
qualche giornata la pubblicherò e credo ci sarà da divertirsi.
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(link-fai-da-te by Mira Queen)
Le rivoluzioni iniziano sempre da qualche parte! :D
RispondiEliminae come va la cura de boer?
RispondiEliminaMi darò al ber...
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