Una Banda di Idioti
- John K. Toole
La traduzione in piemontese potrebbe essere "Na Banda
d'Piciu" e qui mi fermo perchè la mia conoscenza della lingua non va molto
oltre. Il vero motivo per cui questa traduzione non va bene è però un altro.
Nel mio modo di vedere la banda d'piciu siamo "noi" gli amici, quelli
che fanno i cazzoni ma che in fondo sono simpatici, mentre nel libro gli idioti
sono "gli altri", i nemici, quelli che sono inquadrati negli schemi e
non capiscono chi canta fuori dal coro.
Il libro narra le vicende di Ignatius J. Reilly, un
personaggio pazzesco!!
Aspetto grottesco, quasi disgustoso, con l'inseparabile
berretto verde da cacciatore, la camicia da notte di flanella, i chili in
eccesso e gli enormi rutti causati da una valvola pilorica capricciosa.
All'inizio viene da pensare che sia lui il povero idiota, ma in realtà si
scopre che non è così.
Ignatius è un puro d'animo, ha una profonda coerenza ed una
visione tutta particolare del mondo: è scandalizzato dalla sfacciataggine della
modernità e dal consumismo (siamo negli ani '60!!) e trova rifugio nella sua
camera che puzza di bustine di tè usate, scrivendo pagine che
potrebbero/dovrebbero cambiare il corso della storia e il destino dell'umanità.
Quando, suo malgrado, si trova a dover affrontare il mondo
esterno - cioè cercare un lavoro - si trova coinvolto in una serie di
disavventure tragico-comiche che si vanno collegando l'una con l'altra
innescando una reazione a catena... tutta a danno del povero Ignatius.
Ma lui non si perde d'animo e procede imperterrito perchè sa
che è il resto del mondo che sbaglia e un giorno tutti se ne accorgeranno... se
solo potessero leggere i suoi scritti.
