27 gennaio 2014

Yes, I Do Think You're Sexy


Le prime emittenti televisive a carattere musicale sono nate in Italia a metà degli anni ’80 e sebbene i video che venivano trasmessi, specialmente quelli degli anni precedenti, fossero semplici e privi degli effetti speciali a cui siamo ora abituati, sono comunque rimasti impressi nella memoria forse proprio perché l’offerta video musicale non era ridondante come al giorno d’oggi.



La canzone cui faccio riferimento è “Da Ya Think I’m Sexy?” di Rod Stewart e riguardando adesso il filmato mi fa quasi tenerezza, ma quando lo vidi per la prima volta, complice l’età, l’effetto che mi fece fu ben differente. E adesso non iniziate a fare calcoli, sapete bene che è estremamente scortese fare riferimento all’età di una Regina!

Nel video un Rod Stewart molto giovane e molto in forma si esibisce sul palco con la sua band, lui indossa pantaloni di pelle neri, camicia nera e maglietta leopardata: look che catturò l’attenzione di una Regina di Mirafiori ancora in erba. Nel filmato dell’esibizione dal vivo viene inserita una clip in cui Rod Stewart in un locale affollato sta guardando se stesso alla televisione, quando incrocia lo sguardo di una ragazza. Tra i due inizia un intenso dialogo fatto di sguardi ed ammiccamenti che si conclude con effusioni a casa davanti all’immancabile televisione che trasmette le immagini del concerto.

Tutto qui, niente a che vedere con i video attuali dove tutto è più esplicito, eppure ha una certa carica erotica sottintesa che all’epoca non mi lasciò indifferente.

Stavo entrando in quella fase della vita in cui gli ormoni comandano su tutto e dopo essere rimasta rapita a guardare quel filmato mi resi conto che l’infanzia era finita.


 
Rod Stewart - Da Ya Think I’m Sexy?

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10 gennaio 2014

This Charming Man


Ho riletto il romanzo “Il Ragazzo Sbagliato” di Will Russell.  

Protagonista è Raymond Marks, un ragazzino inglese che, vittima del pregiudizio e della superficialità degli adulti, a causa di malintesi e incomprensioni finisce preda di un vortice di solitudine ed emarginazione, in caduta libera verso un futuro di pazzia ed ospedale psichiatrico; il riscatto e la salvezza, insieme alla presa di coscienza di sé, avvengono grazie alla musica e alla passione per gli Smiths e Morrissey in particolare.

Il resoconto dei fatti avvenuti nel passato si alterna agli stati d’animo del presente e le riflessioni sull'amore per il suo idolo portano Raymond a ritrovare sé stesso; la particolarità del romanzo è che le vicende vengono raccontate dal protagonista in una serie di lettere (scritte sul quaderno e forse mai spedite) rivolte direttamente a Morrissey: una corrispondenza del genere non si potrebbe rivolgere a nessun altro, questo è il vero colpo di genio del libro!

Mi ha colpito molto la frase con cui Raymond, in un gioioso momento di confidenza e condivisione con la madre, descrive il suo idolo: “...lui è così, è un poeta, quindi è capace di esprimere i pensieri della gente...”. Mi piace questa frase, riassume così bene il senso di tutto. Anch'io trovo che le parole di Morrissey arrivino dritte al cuore per dire qualcosa che sai essere presente dentro di te, che provi anche tu e che forse non riesci ad esprimere. Quando ascolti certe canzoni, senti di non essere solo e capisci che il tuo essere diverso – nel senso di non ordinario – è qualcosa di bello, di cui andare fieri, un valore aggiunto in un mare di mediocrità.

In campo musicale ognuno ha i propri beniamini, ma è innegabile che siano rari i personaggi oggetto di culto nel modo in cui lo è Morrissey, tanto che ancora oggi c'è chi ama gli Smiths e rende loro omaggio, ad esempio This Charming Charlie (Brown, altro personaggio dolcemente malinconico): un sito dove le vignette dei Peanuts “parlano” con le frasi estratte dai testi delle canzoni degli Smiths: un delicato e delizioso omaggio ad entrambi.


E così, partendo dal romanzo, di divagazione in divagazione, guarda dove sono andata a finire. 


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