Sfogliando una rivista nella sala d’aspetto del dentista ho trovato un test
sulla personalità; una delle domande era “Avete mai parlato di un libro che
non avete letto?”.
La mia mente ha abbandonato il
test e ha iniziato a vagare per i ricordi scolastici. Se ho mai parlato di un
libro non letto? Ne ho addirittura fatto delle relazioni scritte!!
Alle superiori avevo una prof di
francese che come compito a casa ci faceva preparare delle relazioni su libri
letti in lingua originale; a me questo piaceva anche, però spesso la pigrizia
prevaleva. Una volta mi limitai a leggere il libro in italiano per fare più in
fretta, un’altra volta trovandomi particolarmente incasinata non riuscii
nemmeno a fare quello e allora decisi di chiedere a una mia amica (con la quale
ci scambiavamo favori scolastici sebbene frequentassimo istituti diversi) di
darmi una mano, e le passai il libro da leggere in francese con l’incarico di
farmene un riassunto - anche a voce – e poi al resto avrei pensato io. Il
giorno prima della consegna del compito la mia amica mi presentò i risultati
del suo lavoro: la traduzione dell’intero libro manoscritta con le famose zampe
di gallina per cui andava nota, non un riassuntino come le avevo chiesto io. Il
tempo stringeva, lessi un paio di capitoli e la quarta di copertina e
improvvisai la mia relazione, non eccelsa, ma che valse comunque una
sufficienza. Il libro in questione era “Lo Straniero” di Camus e dopo aver
scoperto che aveva ispirato la canzone dei Cure “Killing an arab” l’ho poi letto ben due volte (in italiano però).
Questo episodio si risolse
abbastanza bene, però mi viene in mente che nello stesso periodo facemmo uno
scherzetto che rischiò di tramutarsi in tragedia (scolastica ovviamente).
Prima di raccontare l’episodio devo però premettere che la vittima dello scherzo - che chiamerò MrS - era il primo della classe ma non fastidiosamente secchione, era bravo e basta, e quando c’era da cazzeggiare non si tirava mai indietro. A dirla tutta, oltre ad essere il mio vicino di banco a quei tempi era anche il mio migliore amico (pensate se mi fosse stato antipatico cosa gli avrei combinato).
Passiamo ai fatti. La prof di
italiano aveva assegnato come compito la lettura del romanzo “Metello” di Vasco
Pratolini ma, chissà perché, MrS aveva deciso di leggere un altro libro dello
stesso autore. La mattina dell’interrogazione MrS è colto dal panico perché si
rende conto di non essersi preparato sulla cosa giusta e chiede a me e un’altra
compagna di raccontargli di cosa parla “Metello”. Io e l’altra bastarda abbiamo
immediatamente colto l’occasione e inventato una storia molto fantasiosa di
mondo contadino e animali sacrificali in cui Metello era il VITELLO
protagonista della storia.
Al momento dell’interrogazione il
nostro MrS inizia a parlare di vita, morte e miracoli dello scrittore, facendo
agganci al libro che aveva veramente letto e pericolosi riferimenti al mondo
contadino tali da farci venire un senso di rimorso, per cui io e l’altra
compagna abbiamo iniziato a dare gomitate e fargli gestacci per farlo desistere
ma lui sembrava non capire… per fortuna non fece nessuna chiara allusione al
vitello. Insomma, non per niente era il primo della classe e parlò a lungo
senza dire nulla di compromettente.
Vi risparmio la descrizione delle
scene di ira di MrS e degli improperi che ci rivolse quando gli raccontammo di
averlo reso vittima di un innocente scherzetto che ci aveva tanto divertite.
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(link-fai-da-te
by Mira Queen)
RispondiEliminahttp://www.anobii.com/books/Come_parlare_di_un_libro_senza_averlo_mai_letto/9788861580107/017eefa3850f1da9b9/
suggerisco caldamente la lettura di questo libro che mi sembra molto pertinente. un caro saluto, Dede
Mi sarebbe servito ai tempi della scuola, adesso leggo per il piacere di farlo.
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