Sto leggendo l’autobiografia di Rod Stewart, davvero divertente e magari
prima o poi ne parlerò in maniera più dettagliata, ma al momento mi interessa
soffermarmi su un argomento che viene trattato con la dovuta importanza:
l’acconciatura dei capelli.
Dopo i primi capitoli della
suddetta biografia, alcune pagine vengono dedicate alla
“Digressione. Dove il nostro eroe, senza lesinare dettagli, parla della sua chioma”
in cui il buon Rod si
profonde in spiegazioni sulla creazione e sulla cura di quel taglio di capelli
che è il suo marchio di fabbrica, sottolineando anche che da 45 anni porta la
stessa acconciatura, così come la Regina (di Inghilterra ovviamente, non di
Mirafiori).
“Pensate che capelli come
i miei siano frutto del caso? Proprio per niente. Bisogna lavorarci.”
Con un pizzico di narcisismo
e uno di ironia spiega i vari trucchi utilizzati per dare alla chioma
quell’effetto sparato volutamente trasandato, in modo da avere l’aspetto di uno
appena rotolato giù dal letto e affronta lo spinoso argomento di come gonfiare
e fare rimanere tale la capigliatura nonostante gli agenti atmosferici.
(a proposito, nessuno
vorrebbe fare una tesi di laurea su questo?)
La mia mente, molto sensibile ai problemi tricotici,
ha iniziato a divagare sino a farmi giungere all’osservazione che due dei miei
idoli musicali sono noti per acconciature per così dire esuberanti, apparentemente
incolte ma in realtà molto accurate: Rod Stewart appunto e Robert Smith. Del
rapporto di quest’ultimo con il parrucchiere non so nulla, ma sono certa che la
capigliatura “a nido d’uccello” per cui va noto non si ottenga con una semplice
passata di phon ma che richieda grande manutenzione soprattutto per non farla
crollare.
(il solito problema che attanaglia l’umanità e su cui
nessuno si impegna come si dovrebbe)
A parte il fatto che non
sono una rockstar, mi sento accomunata a loro perché anch’io da parecchi anni
porto una “s-pettinatura” abbastanza vistosa e voluminosa ma non avevo
realizzato di avere questa affinità con due cantanti che amo molto; mi sono
chiesta se non fosse stato quel tratto distintivo a colpirmi e a farmeli
riconoscere come qualcuno della mia stessa specie. Chissà? Misteri
dell’inconscio.
Quando ero bambina mia mamma
non mi faceva portare i capelli lunghi anche se a me sarebbero piaciuti, con la
scusa che così sarebbero rimasti più puliti ed ordinati; non avevo potere
contrattuale per oppormi alla sua decisione ma da allora non li ho più tagliati
corti, sebbene ciò complichi la gestione dell’acconciatura.
Non ho mai amato i capelli
pettinati nel senso classico del termine, soprattutto lisci e tendenti verso il
basso; la mia è sempre stata una battaglia contro la forza di gravità, le
intemperie e i berretti, per permettere alla chioma di espandersi verso l’alto
indipendentemente dalle mode.
In passato mi era stato
affibbiato il soprannome Tanti Capelli e visto che in quel periodo dipingevo,
realizzai una specie di autoritratto con i serpenti tra i riccioli, stile Medusa
mitologica siglandolo TC. Era anche opinione diffusa che utilizzassi i petardi
per pettinarmi, ma si trattava di una sciocca diceria… non nego di essermi
sempre divertita a far esplodere petardi in giro, ma mai vicino al mio prezioso
cranio. Nel corso degli anni ho affinato la mia tecnica spettinatoria e oramai
conosco i trucchetti giusti per ottenere l’effetto desiderato senza nemmeno
abusare di lacca e prodotti vari come facevo tempo addietro; ammetto che le
prime volte che sentii parlare di buco nell’ozono mi sentii un po’ in colpa,
forse iniziai ad interessarmi alle attività di Greenpeace come espiazione per tutto lo spray disperso
nell’atmosfera.
Esaurite le dissertazioni di
Rod Stewart e anche le mie, posso riprendere la lettura del libro, non prima di
aver rivolto un pensiero anche a Niccolò Fabi, cantautore che non mi dispiace e
a cui dovrei dare maggiore considerazione, visto che si rese noto al pubblico
dedicando una canzone ai propri capelli.
(rimane solo l’interrogativo di come mai non esista
ancora un premio Nobel per la cura delle acconciature)
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Leggi anche:
Quando eravamo tamarri
The Hanging Garden
... superflui
(link-fai-da-te by Mira Queen)
Anche se quasi tutti i musicisti che ascolto hanno/avevano capelli lunghi e ribelli, non avevo mai collegato l'amore per un certo tipo di musica con i capelli O.O
RispondiEliminadunque, sei assillata dai problemi tricotici...
RispondiElimina^_^