2 dicembre 2014

Come porti i capelli bella bionda


Sto leggendo l’autobiografia di Rod Stewart, davvero divertente e magari prima o poi ne parlerò in maniera più dettagliata, ma al momento mi interessa soffermarmi su un argomento che viene trattato con la dovuta importanza: l’acconciatura dei capelli.
Dopo i primi capitoli della suddetta biografia, alcune pagine vengono dedicate alla
“Digressione. Dove il nostro eroe, senza lesinare dettagli, parla della sua chioma”
in cui il buon Rod si profonde in spiegazioni sulla creazione e sulla cura di quel taglio di capelli che è il suo marchio di fabbrica, sottolineando anche che da 45 anni porta la stessa acconciatura, così come la Regina (di Inghilterra ovviamente, non di Mirafiori).

 “Pensate che capelli come i miei siano frutto del caso? Proprio per niente. Bisogna lavorarci.”


Con un pizzico di narcisismo e uno di ironia spiega i vari trucchi utilizzati per dare alla chioma quell’effetto sparato volutamente trasandato, in modo da avere l’aspetto di uno appena rotolato giù dal letto e affronta lo spinoso argomento di come gonfiare e fare rimanere tale la capigliatura nonostante gli agenti atmosferici.

 (a proposito, nessuno vorrebbe fare una tesi di laurea su questo?)

La mia mente, molto sensibile ai problemi tricotici, ha iniziato a divagare sino a farmi giungere all’osservazione che due dei miei idoli musicali sono noti per acconciature per così dire esuberanti, apparentemente incolte ma in realtà molto accurate: Rod Stewart appunto e Robert Smith. Del rapporto di quest’ultimo con il parrucchiere non so nulla, ma sono certa che la capigliatura “a nido d’uccello” per cui va noto non si ottenga con una semplice passata di phon ma che richieda grande manutenzione soprattutto per non farla crollare.
(il solito problema che attanaglia l’umanità e su cui nessuno si impegna come si dovrebbe)

A parte il fatto che non sono una rockstar, mi sento accomunata a loro perché anch’io da parecchi anni porto una “s-pettinatura” abbastanza vistosa e voluminosa ma non avevo realizzato di avere questa affinità con due cantanti che amo molto; mi sono chiesta se non fosse stato quel tratto distintivo a colpirmi e a farmeli riconoscere come qualcuno della mia stessa specie. Chissà? Misteri dell’inconscio.

Quando ero bambina mia mamma non mi faceva portare i capelli lunghi anche se a me sarebbero piaciuti, con la scusa che così sarebbero rimasti più puliti ed ordinati; non avevo potere contrattuale per oppormi alla sua decisione ma da allora non li ho più tagliati corti, sebbene ciò complichi la gestione dell’acconciatura.
Non ho mai amato i capelli pettinati nel senso classico del termine, soprattutto lisci e tendenti verso il basso; la mia è sempre stata una battaglia contro la forza di gravità, le intemperie e i berretti, per permettere alla chioma di espandersi verso l’alto indipendentemente dalle mode.
In passato mi era stato affibbiato il soprannome Tanti Capelli e visto che in quel periodo dipingevo, realizzai una specie di autoritratto con i serpenti tra i riccioli, stile Medusa mitologica siglandolo TC. Era anche opinione diffusa che utilizzassi i petardi per pettinarmi, ma si trattava di una sciocca diceria… non nego di essermi sempre divertita a far esplodere petardi in giro, ma mai vicino al mio prezioso cranio. Nel corso degli anni ho affinato la mia tecnica spettinatoria e oramai conosco i trucchetti giusti per ottenere l’effetto desiderato senza nemmeno abusare di lacca e prodotti vari come facevo tempo addietro; ammetto che le prime volte che sentii parlare di buco nell’ozono mi sentii un po’ in colpa, forse iniziai ad interessarmi alle attività di Greenpeace come espiazione per tutto lo spray disperso nell’atmosfera.


Esaurite le dissertazioni di Rod Stewart e anche le mie, posso riprendere la lettura del libro, non prima di aver rivolto un pensiero anche a Niccolò Fabi, cantautore che non mi dispiace e a cui dovrei dare maggiore considerazione, visto che si rese noto al pubblico dedicando una canzone ai propri capelli.

(rimane solo l’interrogativo di come mai non esista ancora un premio Nobel per la cura delle acconciature)


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Leggi anche:
Quando eravamo tamarri
The Hanging Garden
... superflui

(link-fai-da-te by Mira Queen)

2 commenti:

  1. Anche se quasi tutti i musicisti che ascolto hanno/avevano capelli lunghi e ribelli, non avevo mai collegato l'amore per un certo tipo di musica con i capelli O.O

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  2. dunque, sei assillata dai problemi tricotici...

    ^_^

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