22 dicembre 2015

Indovina chi viene a cena


Sono stata in trattoria (e voi direte “uhmm notiziona davvero interessante”).

Dicevo che sono stata in trattoria e mentre aspettavo l’arrivo dei piatti impiegavo il tempo dedicandomi ad una attività molto edificante: fare l’impicciona. Osservavo l’ambiente circostante e le persone, vista la stagione c’erano ben tre tavolate di cene pre natalizie i cui gruppi erano composti prevalentemente da uomini e questo ha dato il via ad una serie di interrogativi:



1) Perché questa abitudine delle cene tra colleghi prima di natale? Si trascorrono insieme al lavoro quasi tutti i giorni dell’anno eppure non mi sembra che si senta la necessità di organizzare cene aziendali a marzo, ottobre, oppure prima delle ferie estive. Che poi magari non si va nemmeno d’accordo con tutti…
(ma questo non è di fondamentale importanza)


2) Perché a queste tavolate c’erano quasi esclusivamente maschi? Forse, allora, i dati sulla disoccupazione femminile sono veri. Le donne non lavorano, non hanno vita sociale oppure preferiscono trovarsi per un aperitivo o andare a ballare?
(questa è già una questione più interessante, ma passiamo oltre)


3) Il quesito più importante, il grande cruccio, l’interrogativo cui davvero non so dare una spiegazione. (qui dovete essere molto attenti e concentrati)
Un solo tavolo godeva della presenza femminile, nell’iniqua proporzione di 19 uomini a 2, e le rappresentanti del gentil sesso non erano colleghe, non erano le segretarie a cena con gli operai. No, erano le fidanzate di due commensali! Addirittura una era alla prima apparizione in quella compagnia visto che si presentava a tutti i convitati. La situazione mi è sembrata patetica e forzata.
(e la domanda? adesso ci arrivo)  
Mi sono chiesta cosa spinga una donna a partecipare ad una serata del genere senza sentirsi a disagio; se non si renda conto dell’inadeguatezza della sua presenza in un simile contesto; se non si sarebbe infastidita, a parti inverse, ad avere un fidanzato-controllore-al-seguito in una tranquilla serata tra amiche.

Bene, anzi male. Io come donna e come Esperta in Grandi Quesiti  devo ammettere di non essere in grado di dare una risposta illuminante. Questo è un caso al di fuori della mia capacità di comprendere, anzi, direi che si tratta di una questione degna di analisi del Club Papillon a cui mi rivolgo per una visione dei fatti dal punto di vista maschile e maschilista.

Purtroppo non sono in grado di fornire altri elementi sulle dinamiche comportamentali del gruppo perché ad un certo punto qualcosa di molto importante ha catturato la mia attenzione e ho smesso di farmi i fatti degli altri:
è arrivata la mia frittura di pesce… e l’Universo ha cessato di esistere.




Qui trovate il parere espresso dal Club Papillon.

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18 dicembre 2015

Umorismo Fotografico: Perle sui muri


La saggezza popolare
non è scolpita nella pietra,
semmai è scritta sui muri
con vernice e pennarelli.

Mira Queen
il filosofo di periferia











 
si, ma... Pino chi?








 
Devitalizzazione del dente o esorcismo?


















  







 
Decidte mac!





 
 
Mira Queen
Quando ce vò, ce vò!







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Vai a vivere in campagna
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7 dicembre 2015

LIBRO: L'Opera al nero – Marguerite Yourcenar


E’ un romanzo storico ambientato nella prima metà del 1500, quando le Fiandre calviniste erano sotto il dominio dei cattolici Asburgo. L’epoca storica è caratterizzata dai conflitti contro la Francia e gli Ottomani e dal conflitto religioso interno all’Impero stesso; in particolare sotto Filippo II di Spagna si inaspriscono le persecuzioni contro i presunti atei ed eretici in quanto il protestantesimo era visto come un’eresia da debellare.
In questo contesto si svolgono le vicende raccontate.




 
Nella prima parte viene presentato il protagonista Zenone, nato nel 1510 a Bruges, si parla delle sue origini, della famiglia e dei personaggi a lui collegati.
Zenone è un giovane studioso di teologia e filosofia, iniziato dal suo maestro spirituale anche ai segreti dell’alchimia. Egli lascia la sua città natale per approfondire gli studi e viaggia per circa venti anni in Europa e Oriente esercitando la professione di medico, pur rimanendo sempre un alchimista in incognito. Le esperienze collezionate presso le varie corti, lo inducono a riflettere a lungo sulla sofferenza umana e sul senso della religione sino a fargli perdere la fede.


25 novembre 2015

Lesa Maestà


I gabbiani cittadini, si sa, sono invadenti e sfrontati, non guardano in faccia nessuno e ciò appare chiaro in questa foto in cui il pennuto se ne sta beatamente appollaiato sul nobile cranio della Regina Vittoria. Ma in fondo è giusto così, sono animali e non hanno consapevolezza del fatto che un blocco di pietra abbia un significato per gli umani.

11 novembre 2015

Il Maestro e Calvino

Il mio primo libro di Calvino fu Il Visconte Dimezzato, in quarta elementare, letto ad alta voce dal maestro ed è un ricordo meraviglioso.

I banchi venivano addossati alla cattedra e noi bambini ci sedevamo scomposti su di essi, a volte stavamo persino sdraiati, perchè durante la lettura dovevamo sentirci a nostro agio; la fantasia così affrancata dai rigidi schemi scolastici galoppava sulle parole del romanzo, scandite da quella voce dall'accento siciliano che conferiva alla storia un'atmosfera speciale. In quei momenti mi sentivo libera e grande.

Nella bella stagione trascorrevamo un lungo intervallo in giardino e lì si rivivevano le avventure del libro: chi era cavallo, chi cavaliere, tutti tornavamo a casa con il grembiule sporco di erba e di terra per le mille battaglie e tornei che mettevamo in scena.

Il mio amore per i libri e per la lettura era già nato, in quel contesto di piccola rottura delle regole si è rafforzata la potenza dei viaggi con la fantasia.
Quanto tempo è passato, eppure è ancora tutto così vicino al cuore.


NB Quando il maestro annunciò che ci avrebbe letto quel libro io intesi che il titolo fosse “Il Visconte di Mezzato”, equivoco che si chiarì appena vidi la copertina… anche se un toponimo come Mezzato non mi stupirei di trovarlo nel Novarese o in Brianza.

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3 novembre 2015

... scherzetto?



Come tutti gli anni passata la giornata della commemorazione dei defunti la città si può illuminare con le tradizionali luci d’artista.

Ah… dalla regia mi dicono che già ieri erano accese.

Bè allora tanto vale fare un passo indietro e tornare ad halloween.

Vi siete mascherati da fantasmi e streghe e vi siete trascinati come zombi da una festa all’altra bussando alle porte dei vicini di casa?

Io non ho mai preso in considerazione questa festa, forse perché non ne ho mai capito bene il senso, quest’anno però mi sono impegnata e l’ho interpretata a modo mio (ovviamente).



DOLCETTO (d'Alba)
 

SCHERZETTO 





















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22 ottobre 2015

Rubrica: Ho fatto la pipì - 12^ puntata



TRIS IN ROSSO
Per tre sere di seguito sono uscita e ho visitato tre locali nuovi (evento quasi eccezionale!) e, seppur molto diversi tra loro, i tre bagni sono accomunati dalla presenza del rosso, colore che io non amo.

Il primo - Tabisca in Piazza Vittorio (toponomastica confidenziale) - è fastidiosamente troppo rosso e non sono riuscita a notare niente altro di interessante. Il secondo -  Zucchero e Sale nel cortile della Cascina Roccafranca – ha le pareti di una tonalità di rosso meno aggressiva, il che mi ha permesso di apprezzare lo specchio con cornice nera in simil ferro battuto… e se state pensando a quello che avete visto sul catalogo Ikea, sì, è proprio quello.

Il terzo – Cascina Vernea a Nichelino – è tutto un mosaico di piastrelline nere, grigie e bianche su cui le porte e i lavandini laccati di rosso spiccano senza infierire sugli occhi.



STUPORE E RIDONDANZA 

Ristorante La Vela in piazza Guala. Locale storico, bagno recentemente ristrutturato con le solite piastrelle di finta pietra che vanno di tanto di moda. L’antibagno è un po’ eccessivo ma fa-vo-lo-so: ripiano decorato a mosaico rosso (rosso anche qui) su cui è appoggiato un lavandino stile fontana zen con tanto di sassolini; l’acqua esce da uno scivolo di vetro che si illumina al passaggio dell’acqua e contemporaneamente aumenta l’intensità delle luci nell’ambiente. Grandi specchi con cornice stile stucco completano l’arredamento, mentre i fiori finti si potevano tranquillamente evitare.



FRITTO MISTO

Del Ristorante Filo di Marianna ve ne avevo già parlato (nella 4^ puntata vedi qui) ma visto che gli arredi del locale sono stati rinnovati il bagno si guadagna una nuova recensione. Nonostante i lavori o forse proprio a causa di essi risulta sconclusionato: pavimento grigio chiaro, pareti con grandi piastrelle nere e ocra non alternate regolarmente ma posizionate abbastanza a casaccio, accessori alla rinfusa senza uno stile. Un bel fritto misto, anche se preferisco sempre quello che servono a tavola.



IL GRANDE FRATELLO

Per concludere, una foto che potrebbe risultare abbastanza anonima ma che vi lascerà interdetti quando saprete che l’ho scattata all’interno del bagno di un ambulatorio in ospedale.


Non so se per servizio devo intendere il Servizio Sanitario o il cesso, in ogni caso perché la videosorveglianza a giorni ed orari prestabiliti? E soprattutto… in che giorno ci sono andata?



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